Uno studio ha rivelato una significativa inerzia terapeutica nel trattamento delle donne con sclerosi multipla (SM), evidenziando disparità di genere che potrebbero influenzare i risultati di salute a lungo termine per le donne in età fertile. I risultati, presentati oggi all’ECTRIMS 2024, suggeriscono che le preoccupazioni legate alla gravidanza potrebbero portare a un uso ritardato o ridotto dei trattamenti modificanti la malattia (DMT), anche prima che la gravidanza venga presa in considerazione.
In un’analisi estesa di 22.657 pazienti con SM recidivante (74,2% donne) presenti nel registro francese della SM (OFSEP), i ricercatori hanno scoperto che, durante un follow-up mediano di 11,6 anni, le donne avevano una probabilità significativamente inferiore di essere trattate con qualsiasi DMT (OR=0,92 [95% CI 0,87-0,97]) e avevano ancora meno probabilità di ricevere DMT ad alta efficacia (HEDMT) (OR=0,80 [95% CI 0,74-0,86]).
La differenza nell’uso dei DMT variava tra i diversi trattamenti e nel tempo. Teriflunomide, fingolimod e terapie anti-CD20 erano significativamente sottoutilizzate durante tutta la loro disponibilità (OR 0,87 [95% CI 0,77-0,98], OR 0,78 [95% CI 0,70-0,86] e OR 0,80 [95% CI 0,72-0,80], rispettivamente). Interferone e natalizumab erano inizialmente utilizzati meno frequentemente, ma il loro uso si è equilibrato nel tempo (OR 0,99 [95% CI 0,92-1,06], OR 0,96 [95% CI 0,86-1,06], rispettivamente). Al contrario, glatiramer acetato e fumarato di dimetile erano inizialmente utilizzati in modo uguale tra i sessi, ma alla fine sono stati prescritti più comunemente alle donne (OR 1,27 [95% CI 1,13-1,43], OR 1,17 [95% CI 1,03-1,42], rispettivamente).
Lo studio ha inoltre evidenziato che la disparità nel trattamento è emersa dopo due anni di durata della malattia per i DMT e già dopo un anno per gli HEDMT. Interessante notare che questo divario di trattamento basato sul genere non variava significativamente con l’età del paziente, indicando che l’inerzia terapeutica potrebbe persistere indipendentemente dalla fase della vita della donna.
“Questi risultati sottolineano la necessità critica di rivedere come prendiamo decisioni terapeutiche per le donne con SM, in particolare quelle in età fertile”, afferma Sandra Vukusic, autrice principale dello studio. “Le donne potrebbero non ricevere le terapie più efficaci al momento ottimale, spesso a causa di preoccupazioni sui rischi della gravidanza che potrebbero non materializzarsi mai. L’uso dei DMT e degli HEDMT è frequentemente limitato da rischi potenziali e sconosciuti associati alla gravidanza, poiché spesso ci sono dati insufficienti disponibili quando questi farmaci vengono immessi sul mercato.”
Sia i neurologi che i pazienti contribuiscono a questa inerzia terapeutica, molti adottando un approccio precauzionale e evitando questi trattamenti. “I neurologi potrebbero essere riluttanti a prescrivere DMT, in particolare se non sono a proprio agio nella gestione delle problematiche legate alla gravidanza”, spiega Vukusic, “Allo stesso tempo, le donne, comprensibilmente, non vogliono correre rischi per il loro bambino o la gravidanza, le loro principali preoccupazioni sono le malformazioni congenite, la perdita fetale e i disturbi della crescita fetale. Le donne sperimenteranno anche disagio se il loro neurologo sembra incerto.”
In futuro, il team di ricerca prevede di approfondire i fattori che contribuiscono a questa inerzia terapeutica, con un focus sul miglioramento delle strategie di trattamento che prioritizzano sia la salute a lungo termine delle donne con SM che i loro obiettivi riproduttivi.
“L’impatto principale di questa inerzia è il controllo meno efficace dell’attività della malattia durante i periodi senza DMT, portando all’accumulo di lesioni e a un aumento del rischio di disabilità a lungo termine”, sottolinea la professoressa Vukusic. “Questo rappresenta una vera perdita di opportunità per le donne, specialmente in un’era in cui i DMT sono così efficaci quando utilizzati precocemente.”
Per affrontare queste sfide, il team raccomanda un approccio multifaccettato: “Empowerment dei pazienti attraverso l’educazione, miglioramento della diffusione delle scoperte recenti, formazione formale per gli specialisti e raccolta e analisi attiva dei dati del mondo reale sono passi essenziali per ridurre l’inerzia terapeutica e garantire equità nel trattamento”.
Is there therapeutic inertia in women with MS? Vukusic, S., et al. (2024). Presentato all’ECTRIMS 2024.